martedì 30 marzo 2010

GIL SCOTT-HERON




Charles Mingus una volta disse che tutti i musicisti jazz dovrebbero inchinarsi di fronte a Duke Ellington.
Tanto per la vecchia che per la nuova scuola dell’hip-hop dovrebbe valere la stessa cosa per Gil Scott-Heron. Uno dei più importanti precursori della musica rap, poeta e musicista socialmente e politicamente feroce, Gil diventa il punto di riferimento per tutti qugli artisti che durante gli anni 70 sviluppano una coscienza sociale e ne diventa anche il più importante e degno di nota. Nato a Chicago ma cresciuto nel Bronx, Scott-Heron riversa le sue esperienze di prima mano in tema di pregiudizi razziali nel songwriting e nel 1970 quando uscì il suo primo disco ‘Small Talk at 125th and Lenox’ aveva già pubblicato una raccolta di poesie e due racconti. Sebbene brani come ‘The get out of the ghetto blues’ e ‘Whitey on the moon’ diventano inni fra gli afroamericani, nessun altro pezzo ebbe un impatto paragonabile a quello di ‘The revolution will not be televised’ il suo capolavoro. Quantomai attuale, con questo brano Scott-Heron riuscì a delineare chiaramente ciò che distingue la finta società del consumismo dal mondo reale, esprimendo una critica condivisa da molte persone già negli anni 70 attraverso un concetto che per molti rimane rilevante ancora oggi: la Rivoluzione.
Parlando di un artista che nasce come poeta, vale la pena riportare una parte del testo del suo più grande successo.

Non sarai capace di rimanertene a casa, fratello.
Non avrai modo di attaccare la spina, accendere l’interruttore e metterti in disparte.
Perchè la rivoluzione non verrà trasmessa in televisione.

La rivoluzione non verrà trasmessa in televisione.
La rivoluzione non sarà presentata da Xerox
In 4 parti senza interruzioni pubblicitarie.
...
La rivoluzione non ti farà sembrare più magro di 10 chili,
Perchè la rivoluzione non verrà trasmessa in televisione, fratello.
...
Non vedrai immagini di porci che sparano ai fratelli al ralenty.
Non vedrai immagini di porci che sparano ai fratelli al ralenty

Green Acres, The Beverly Hillbillies, eHooterville
Junction non saranno più così dannatamente importanti, e alle
Donne non interesserà più se Dick alla fine si metterà con
Jane in ‘Search for Tomorrow’ perchè la gente nera
Sarà per strada a lottare per un futuro migliore
La rivoluzione non verrà trasmessa in televisione.

La rivoluzione non andrà giù meglio con una Coca.
La rivoluzione non combatterà I germi che causano l’alito cattivo.
La rivoluzione ti sbatterà al posto di guida.

La rivoluzione non verrà trasmessa in televisione, non verrà trasmessa in televisione
non verrà trasmessa in televisione
La rivoluzione non verrà mandata in replica, fratelli.
La rivoluzione la vivrete in diretta.

Dopo i primi album divisi fra varie etichette, Gil Scott-Heron approda all’Arista nel 1975 per la quale i primi due lavori si rivelano un successo anche grazie all’influenza del tastierista, collaboratore e co-leader della Midnight band, Brian Jackson. La collaborazione fra i due dà un’impronta jazz agli album e produce lavori splendidi quali 'Johannesburg' e 'Angel dust' ma mai nessun hit single. Quando però nel 1978 Jackson abbandona la Midnight band, Gil Scott-Heron passa sotto le mani capaci del produttore Malcom Cecil, già produttore degli Isley Brothers e di Stevie Wonder dando così ai lavori una direzione più funk. Il primo singolo prodotto da Cecil è la più grande hit di Scott-Heron: ‘The Bottle’. Gli anni 80 vedono l’arrivo di un nuovo obiettivo per gli attacchi politici del poeta, un personaggio a cui dedicherà più di un brano: Ronald Reagan.
Parecchi singles, fra cui anche i famosi 'B movie' e 'Re-ron' sono esplicitamente diretti contro la politica conservatrice dell’ex attore divenuto presidente degli Stati Uniti nel 1981.
Come aveva detto Scott-heron stesso qualche anno prima, lui e Brain Jackson erano solo degli “interpreti dell’esperienza nera” e ‘Reflections’ del 1981 rispecchia perfettamente quella definizione. Dagli omaggi a Marvin Gaye (Inner city blues) e Bill Withers (Grandma’s Hands) al reggae di Bob Marley (Storm Music), alla storia del jazz (Is that jazz?) all’attacco sopracitato a Reagan (B-Movie). Dopo ‘Movin target’ del 1982 e la pubblicazione del singolo ‘Re-ron’ Scott-Heron rimane in silenzio per più di una decade fino al 1994 anno dell’album ‘Spirit’, un messaggio per i gangsta rappers apparsi nel frattempo. ‘Message to the messengers’ in particolare avvisa i giovani artisti rap, che tanta influenza avevano sui ragazzi neri negli anni 90, di usare in modo oculato il loro potere mediatico. Altri 16 anni sono passati da quel 1994 e Gil Scott-Heron è rimasto assente anche per una condanna per droga da scontare, ma poco meno di un mese fa, nel 2010, ha pubblicato un nuovo lavoro ‘I’m new here’ che consentirà a nuove generazioni di conoscere e apprezzare la sua arte e darà il giusto scossone a quei vecchi ascoltatori che dopo la sua assenza potrebbero essersi addormentati davanti alla tv.

Paolo Zecca


THE REVOLUTION WILL NOT BE TELEVISED




THE BOTTLE




ME AND THE DEVIL (dal nuovo album "I'm new here")

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