martedì 30 marzo 2010

George Clinton & Parliament-Funkadelic


La storia dei Parliaments di George Clinton ha radici lontane e comincia negli anni 60, con un Clinton adolescente, barbiere in un salone del New Jersey.
E' qui che nascono i Parliaments, con la esse, inizialmente gruppo di doo-wop che forti dell'aggancio di Clinton con la motown, dove lavorava come songwriter, produrranno un solo singolo di successo: "(I wanna) Testify".
Sarà sotto il nome di Parliament-Funkadelic che il gruppo riuscirà a raggiungere il successo unendo in un'unica super-formazione musicisti di talento provenienti dalle band di Jimi Hendrix, Sly Stone, Cream e James Brown e dopo i primi album di assestamento nel 1975 produrranno l'album "Mothership Connection" con cui comincia l'era del Funk come forma spirituale della musica nera (nella tradizione del jazz, del soul, del reggae e del gospel) .
Per la prima volta in assoluto un album di musica popolare nera non conteneva neanche una ballad. Persino gli album riempitivo di James Brown contenevano almeno un brano lento, ma "Mothership Connection" era un album interamente Funk – il prototipo dell'album Hip-Hop degli anni 90, in cui ogni beat è un beat Funk. "Mothership Connection" (la connessione all'astronave madre) fu un nido di concetti e ritmo mai raggiunti prima, con testi che parlavano di "tornare a reclamare le piramidi" e con Clinton e lo scrittore-artista Pedro Bell fonti primarie di un flusso ininterrotto di filosofia nera che derideva l'importanza autoreferenziale della religione (e della politica) mentre ne creavano elusivamente una loro personale.
L'utilizzo di Clinton di canti religiosi su base funk era già noto, ma diventò sovversivo nel momento in cui i contenuti si politicizzarono e si mescolarono a temi molto amati della religione nera in contesti estremamente attuali di affermazione dei neri.
Su "Mothership Connection" per esempio il coro nel ritornello "Swing down, Sweet chariot stop and let me ride (Scendi giù, dolce carro fermati e lasciami salire)" era un riferimento al tradizionale inno sacro nero. "Quando il corno di Gabriele squillerà, farai meglio ad esser pronto a salire" seguiva l'inno poi alla fine del brano. In questo caso però, il carro non era un angelo ma un'astronave con un equipaggio di neri che "era tornato a reclamare le piramidi".
Senza polemiche, militarismo o parole in codice razziste, l'equipaggio di Clinton piazzò la sensibilità afro-americana al centro dell'universo e al centro della storia.
Un'idea delle dimensioni che raggiunse "l'equipaggio" dell'astronave all'apice del suo successo nel 1978, la si può avere sapendo che George Clinton ebbe guai legali per aver registrato per più etichette discografiche con le stesse persone (numerosissime) suddivise in almeno 4 band differenti – Parliament, Funkadelic, Bootsy's Rubber Band, Brides of Funkenstein – tutte note oggi sotto l'unica denominazione di P-FUNK.
L'artista delle copertine e delle note degli album dei Funkadelic Pedro Bell fu altresì colpevole di aver perpetrato una bizzarra mitologia afro-centrica col suo immaginario visuale ispirato a Salvador Dalì. I personaggi mitici inventati da Clinton e Bell e ispirati ai musicisti dei P-Funk erano ideali - sebbene ideali fuori di testa – di persone che abitavano un universo fittizio di Funkatività totale. Questi personaggi fornirono una solida base per la fantasia dei giovani che si immedesimavano nell'immagine dei loro "Super Funky Heroes". Nella sua tesi del 1987 sulla "estetica del P-Funk", Michael O'Neal parla dell'utilità dell'estetica P-Funk come immaginario positivo per i ragazzini neri:

- Sir Nose, Starchild e il Dr. Funkenstein in quanto eroi animati (inteso qui come opposto di reali), danno ai ragazzini neri un senso di animazione che gli somigli, in cui possano identificarsi e che prima gli era stato negato, specialmente dai media. Questi supereroi gli offrono un senso mitico di possibilità.

L'importanza di invertire le associazioni negative fra nero, oscurità, sporcizia e stupidità non possono essere sottostimate. Lo sbarramento inflessibile dell'informazione negativa sulla gente di colore perpetrato dai mezzi di comunicazione e la profonda radice semantica del linguaggio che associa bianco con "buono" e nero con "cattivo" possono sopraffare un ragazzino.
I P-Funk cominciarono a ribaltare queste nozioni nelle loro giovani teste.
Gli anni 80 segnano il declino della super-formazione ideata da Clinton a causa anche di beghe legali dovute al doppio nome Parliament e Funkadelic, un'escamotage ideato da Clinton che consentiva agli stessi identici musicisti di registrare dischi come fossero formazioni differenti anzichè una sola.
George Clinton prosegue con una carriera solista con alcuni momenti interessanti come "Atomic Dog" ma che nel complesso non riesce a riprodurre quella magia che lo aveva reso famoso negli anni 70.
Dopo una apparizione come produttore del secondo album dei Red Hot Chili Peppers "Freaky Styley" del 1985, Clinton scompare per ritornare in auge negli anni 90 assieme ad altri suoi colleghi Funk-stars citato tramite sampling in un nuovo genere musicale che è una versione aggiornata del funk: L'hip-hop.
Il campionamento dei suoi storici pezzi sarà croce e delizia per Clinton, un problema che ancora oggi non si è risolto nonostante anni passati nei tribunali. La nuova visibilità acquisita in quanto idolo che influenza le nuove generazioni di rapper non basterà a risolvere i suoi problemi economici con i proventi sui diritti dei pezzi campionati. Proprio a causa dei problemi legali legati agli anni dei Parliament-Funkadelic negli anni 70, Clinton vedrà passare fiumi di dollari sotto il suo naso senza poterne toccare neanche un centesimo.

Paolo Zecca



Canti religiosi su base funk in 'Mothership Connection'




Il concept alla base del Funk di George Clinton





II connubio politicizzato fra Clinton e i rappresentanti dell'Hip-hop negli anni 90

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